Tu dove sei?

Credo che la difficoltà che abbiamo con l’arte contemporanea sia che ci tocca troppo da vicino. Vive con noi, ci fa prendere coscienza, soprattutto delle cose che non vanno e dei problemi che non vogliamo vedere. Ci mette al muro e ci obbliga ad aprire gli occhi.

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Cappella Chigi, Chiesa di Santa Maria della Pace a Roma, Particolare, al di sopra dell’arco, Raffaello, Sibille, affresco, 1515 ca.

Credo anche che sia solo presunta la facilità con cui accettiamo, invece, l’arte antica e, rinascimentale, nel particolare. Anche se non ci fermiamo esclusivamente al piano estetico o tecnico, credo che quest’arte ci piaccia perchè non la capiamo, o meglio non vediamo, i problemi dell’epoca, anche se non dissimili dai nostri.

Credo che il Covid abbia fatto anche questo: ci ha costretto ad aprire gli occhi, ci ha messo al muro, ci fa sentire meno estranea l’arte contemporanea.

Al Chiostro del Bramante, che è uno dei gioielli del Rinascimento di Roma, è allestita la mostra dedicata al misterioso graffitista Bansky. Il contrasto spiazzante e anche sprezzante, direi, tra architettura rinascimentale e graffitismo contemporaneo, costituisce anche il connotato fondamentale dell’ironia di Banksy.

A riprova di quanto detto finora, si veda (sopra l’immagine in evidenza) Still Life with Flies del 2008, vale a dire un olio su tela riproducente una natura morta alla fiamminga, con applicazione di mosche di plastica. Mosche e vermiciattoli si trovano anche nelle originali e antiche nature morte fiamminghe e non. Qui sono tridimensionali e di plastica, nei dipinti antichi sono altrettanto vere, anche se fatte solo di luce e ombra. Anche allora erano introdotte a creare il contrasto, a ricordare la caducità della vita. Ma la cultura e le persone in essa formatesi non erano le stesse di oggi.

La mostra è intitolata Banksy a visual protest, una protesta visiva quindi e si apre con Girl with Ballon (Heart): la silhouette nera di una IMG_2037bambina, in campo bianco, protende il braccio verso il pallone rosso a forma di cuore, che sta volando via in direzione del vento, indicato dai capelli e dalla gonna della piccola. L’espressione del viso non chiarisce se il gesto del braccio teso, sia di rimpianto per il perduto cuore o, invece, lo stia lanciando a favore di vento: una separazione voluta o subita? Senza cuore o a cuor leggero? Qui o oltre?

L’ironia caustica di Banksy sembra sempre interrogare lo spettatore: Tu dove sei? A che grado di coscienza sei?

Sembrano immagini semplici, neanche così nuove, alle quali si può passare accanto o oltre velocemente, ma subito dopo, l’inciampo, in tutto questo poco o niente; tanto o troppo: Tu dove sei?

Altra silhouette nera, ma in campo rosso, Love is in the Air (Flower thrower), il manifestante sta per scagliare un mazzo di fiori: Contro IMG_2050chi? Qual è il gigante da colpire, l’amore, il sentimento, una donna o un uomo? Si vuole distruggere od omaggiare, anche se con una certa violenza? Anche in questo caso gli occhi, perchè il volto è coperto da una bandana, non aiutano la comprensione. E allora, di nuovo: Tu dove sei?

Il chiostro è adiacente alla Chiesa di Santa Maria della Pace, altro gioiello, che ospita altrettanti gioielli e (sopratutto?) le Sibille diIMG_2053 copia Raffaello. Bellissime, in IMG_2054 copiadialogo tra loro e con lo spettatore, si interrogano, indicano, leggono e scrivono: Tu dove sei? A che grado di coscienza (o conoscenza) sei?

2 commenti su “Tu dove sei?”

  1. Bravo Elena. This is a beautiful exposition and a nice way to things. The title of your article reminds me of the first question asked in the bible: “where are you?”

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