Un muro di libri non è un muro

A vederli impilati potrebbero sembrare i mattoni di un muro che sta crescendo. Ma i libri non possono essere un muro, portano sempre altrove. Sono sempre un viaggio nello spazio e nel tempo.IMG_1403

Una delle immagini principali della mia reclusione casalinga, se non la più importante, addirittura un simbolo? Sono i libri.

Mi servivano per  poter continuare a studiare e andare avanti, per non fermarmi.

Erano la cosa buona che veniva da fuori, che superava fisicamente le frontiere, dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Francia.

Superavano anche il tempo, arrivavano gli usati, non più in edizione.

Quando non è possibile trovare il libro o l’articolo, si trova il pdf o l’estratto online. Memoria digitale.IMG_1398

Mentre mi chiedevo che ne fosse del libro sul progetto della Germania, pensando che la stampa fosse stata bloccata pure quella,

eccolo arrivare col corriere. Il secondo libro dove dentro ci sono anche io.

Per fortuna avevo anche delle foto dei documenti su cui sto lavorando. Un’altra folla a riempirmi casa. Pezzi di carta che sono pezzi di persone, come in un puzzle si ricompongono pezzo per pezzo, giorno per giorno.

Come quando per la tesi della scuola di specializzazione andavo a Subiaco: pezzi di carta, registrazioni di pagamenti, ben organizzati.

Numeri e lettere che potrebbero sembrare noiosi ed aridi, cominciavano a sventolare, mossi da un vento gentile che li ammorbidiva.

Diventavano bianche tende che scostandosi, lasciavano intravedere una persona.

Una camicia bianca, anche lei un po’ stanca e malinconica, un po’ slacciata e in stato di abbandono.

Anche lei esausta dal tanto pensare, organizzare , sorridere per convenienza. Tenere in ordine tutto, far arrivare la neve per la conservazione dei cibi, ma soprattutto i pizzi e i dolcetti per tenere buone le donne della casa.

Eccolo il principe Fabrizio, stanco, si abbandona su una sedia e aspetta l’arrivo del violinista che riporterà la sua esistenza ad un grado accettabile.

Pensa comunque di essere molto fortunato, perché non è prigioniero del suo corpo, come la mente brillante, di quell’uomo che ha progettato la fontana di Trevi.

L’architetto della sua casata, che continua a mantenere, anche se inabile al lavoro, perché nella sua malattia, sta scontando in vita i suoi anni di purgatorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *