Qui ci sarà il ricordo delle cose e persone che ho avuto, che non ho più, che non ho mai avuto.
Gli amori persi che non sono più in questo mondo, che spero siano felicemente vivi nell’altro, senz’altro lo sono nel mio cuore.
Da qui trapiantarli e farli vivere anche nel cuore di altri.
L’immagine in evidenza è della mia micia Fumè. E’ incredibile come queste piccole creature pelose siano in grado di riempire voragini affettive. Quando ci lasciano, il dolore è incolmabile, moltiplicato e accumulato a quello che avevano lenito.
In questo sito ci sono soprattutto foto di gatti, ma il mio compagno, non di infanzia, ma di adolescenza, è stato un biondissimo cocker americano. Mio padre ha suggerito il suo nome, Penny, come il soldino, concordemente accettato. Mia madre lo aveva scelto in una cucciolata di tre. Io ho pianto di gioia, quando ho visto la sua testolina di cucciolo, tanto desiderato e richiesto, emergere dalle braccia di mio padre.
Quando si è preoccupati o si soffre c’è un modo di dire che rende in modo esauriente lo stress: mi è venuto un cuore piccolo così! Un cuore piccolo quanto una pulce, mi è venuto di pensare, o ancora di più, più piccolo ancora: un cuore di pulce!
Oggi la pulce e il suo cuore hanno mangiato. Sono gonfi e sazi.
Mi sono ricordata perché volevo studiare medicina. Che la medicina (a volte, spesso magari, ma non sempre) funziona. Perché uomini e donne con un cuore grande così hanno studiato, faticato e vissuto perché la medicina funzionasse. Sempre di più e ancora “spingendo la notte più in là”, come suggerisce il titolo del libro di Mario Calabresi. E allora forza, spingiamo. Ecco cosa siamo e come ci definirebbe uno dei personaggi di Corrado Guzzanti “spingitori della notte più in là”.
Mi sono iscritta a Facebook con timore per ciò che avrei trovato e ritrovato.
In realtà la frequentazione dei social network, per quello che mi riguarda, se non è seguita da incontri reali, rimane limitata nei tempi e nei modi.
Comunque ho ritrovato amici e conoscenze di vecchia data. Ad esempio alcuni compagni delle scuole medie. Non ci siamo limitati a fb, ma ci siamo rivisti per cene e gite. All’inizio ero terrorizzata da ciò che avrei trovato, cambiamenti miei e loro, un mondo che non mi apparteneva più, cristallizzato nella memoria, come una dorata goccia d’ambra dove gli insetti inclusi diventano gioielli. Invece con grande sollievo ho scoperto che i cambiamenti si limitavano a qualche ruga esterna ed interna, per il resto mi sembra che abbiamo maturato e coltivato degli interessi, più o meno sogni, che avevamo già allora, insieme alle nostre attitudini. Anche la confidenza e le timidezze sono più o meno le stesse. Stiamo aprendo il nostro gruppo alle conoscenze attuali e alle nuove ci chiamiamo Insania Mentalis Group Tours.
Ad una riunione condominiale ho rincontrato un’amica d’infanzia, ci siamo scambiate l’amicizia su fb. Ieri è stata la volta di suo fratello. Con loro, allora, abbiamo “dipinto” con spray di vario genere il muro del ripostiglio a casa di mia nonna.
Il mio amico è quello responsabile della mia fede calcistica juventina, per quanto ora poco praticata. Tutti quelli che mi hanno chiesto perché una romana è juventina hanno ricevuto la risposta: perché il mio amico di infanzia era juventino e mi diceva che dovevo esserlo anch’io.
Prima o poi gli chiederò se lo è ancora, io lo sono rimasta.
Con mio padre andavamo alle partite Lazio-juventus, i laziali all’inizio pensavano che fossi stupida perché tifavo i giocatori avversari, forse non distinguevo bene le divise, ma poi si rendevano conto che non c’erano errori: tifavo per la squadra avversaria e cominciavano a guardarmi con odio. Erano i tempi di Zoff, Cabrini, Gentile…
Tare d’infanzia: padre laziale, compagno di gioco juventino.
Ho sempre desiderato un fratello, possibilmente maggiore e l’ho cercato (e spesso trovato) nei miei amici maschi. Quando è nato mio cugino ho desiderato, chiesto e pregato che nascesse il giorno del mio compleanno, lui mi ha ascoltato, ho un gemello nove anni più piccolo. Ogni anno facciamo a gara per chi chiamerà per primo per farsi gli auguri.