Cerco di fissare qualcosa di questo periodo, bello e terribile? Non so neanche come definirlo.
Sono persa insieme alle certezze.
Sto approfittando della Pasqua per cercare di ritrovare il bandolo della matassa.
Di nuovo una Pasqua di paure e angosce, con la sensazione di aver perso tutto e poi di ritrovarlo.
È il covid che è così. Una realtà marziana.
Ritrovi un po’ il lavoro. Cerchi di aggiustare l’irreparabile, di contenere la massa d’acqua dell’angoscia e della paura.
Poi basta una video chiamata con gli amici lontani per ritrovarti e condividere.
La Pasqua del 2022 è quella della resurrezione delle piccole grandi cose. Dei messaggi, dei fiori, del vento.
Niente soluzioni risolutive solo la bellezza di un momento. Il colore del prato, il calore e la luce del fuoco, una temporanea sensazione di
benessere. Un bel film, un bel libro.
La Via Crucis al Monte dei Cocci, poi saltano tutti gli altri appuntamenti del Triduo, ma li ritrovi leggendo nel silenzio del giardino quella Parola che si sintonizza con ogni filo d’erba, con il soffiare del vento e la compagnia di un gatto.