Lunedì 27 settembre giorno del mio compleanno ho sostenuto l’esame orale di fine corso della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Roma. Ma quello che considero il vero dono si è verificato il giorno del primo scritto.
La notte precedente non avevo dormito. È stata un’estate difficile, senza requie, mi sento stanca a livello mentale e di pensiero.
Talmente stanca, da rimanere sveglia con quel senso di ansia in agguato, pronto a venir fuori nel momento meno opportuno.
Così avevo addirittura accarezzato l’idea di non andare all’esame. Poi però ho pensato che almeno la passeggiata in centro mi avrebbe fatto bene.
Ormai nelle vicinanze, sento che qualcuno mi chiama con entusiasmo dall’altra parte della strada, è uno dei miei compagni di corso, lo raggiungo e mi dice: Dai abbracciamoci da lontano, tanto siamo tutti e due vaccinati!
Tutte le nuvole si erano già di colpo dissipate quando, arrivati anche gli altri, mi chiedono di scegliere la fatidica busta con il tema della prova scritta. È andata bene e mi hanno fatto scegliere anche la seconda due giorni dopo.
Poi quando dico che il giorno dell’orale è quello del mio compleanno, chi non era nel mio stesso turno mi ha chiesto: Almeno toccaci così ci porti fortuna. Sei così calma e solare che fai andare tutto bene.
Eccolo il dono! Affidarsi e ricevere l’affidamento altrui. Lasciar trasparire la gioia e non lasciarsi inghiottire dal buio rabbioso e frustrato, con la sensazione di essere figli di un Dio minore.