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Dall’uovo di Pasqua

Tante le sorprese dell’uovo di Pasqua:


Serenità di una Pasqua in famiglia con mio cugino con moglie e figlia e con mio marito e la nostra nuova straordinaria gattina.

Scoperta e riscoperta di alcune delle bellezze di Roma.

Testaccio e il Cimitero Acattolico, Aventino

Triduo con Via Crucis al Monte dei Cocci

Passeggiata Circo Massimo, Fori Imperiali, Piazza Venezia e Via del Corso

Porta Portese

Messa di Pasqua a San Paolo fuori le Mura

Libri

Piante

Fine della nostalgia, ispirata dalla fioritura del Cimitero Acattolico, la nuova camelia dono di mio cugino con moglie e figlia

e tanto altro!

Finalmente una peonia tanto desiderata, acquisto ispirato dalla fioritura del Cimitero Acattolico

Buon Natale

Il primo dono di questo Natale è lei, la piccola gatta della foto. Mancava la vivacità e l’allegria che portano i cuccioli e gli animali in generale.

Il presepe della parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, Roma.


Grande dono la visita del mio cugino gemello, come se non fosse abbastanza con il suo più di un metro e ottanta con i regali, la lampada dell’immagine copertina e le scatole dal contenuto prezioso: i golosi biscotti fatti dalla moglie.

E siamo ancora al 24!!! … Da continuare …

Una inattesa scoperta: Borgo e Chiesa di san Lazzaro, uno scampolo della Roma Medievale

È tanto che non aggiorno il sito, non che non siano successe tante cose belle e brutte nel frattempo.

Il tempo vola in un continuo ricominciare da capo dopo delusioni e cambiamenti più o meno improvvisi.

Ieri, come al solito, ero molto in anticipo sull’orario dell’appuntamento preso. Così ho deciso di concedermi una piccola passeggiata senza meta.

Dopo qualche centinaia di metri e pochi passi un cartello indicava la chiesa di san Lazzaro in Borgo XII sec. L’ho seguito lasciandomi alle spalle il traffico della Circonvallazione Trionfale e inoltrandomi in un vicolo senza uscita e nel medioevo di Borgo san Lazzaro.

Un salto nel tempo e nello spazio di uno dei rari lacerti rimasti della Roma Medievale, nascosto e perso nella città contemporanea.

Un borgo che parla di lebbra e di isolamento. Il nome lazzaretto indica il luogo di confinamento fuori della città dei malati di lebbra. Proviene da Lazzaro, che è il povero coperto di piaghe che muore e va in paradiso dove viene raggiunto dalla preghiera disperata del ricco finito invece all’inferno (Luca, 16, 19-33). Ma è anche (seppure per confusione) l’amico resuscitato da Cristo (Giovanni 11, 1-44). Simbolo di una resurrezione, drammatica sì, ma comunque un ritorno alla vita.

Il borgo risulta oggi isolato e nascosto alle spalle del Tribunale di piazzale Clodio, alle pendici di Monte Mario.

I restauri degli anni Settanta non hanno contribuito a chiarire la complessa stratificazione della zona, ne hanno anzi in qualche modo imbrogliato le tracce.

In epoca romana qui passava e anche oggi la toponomastica ce lo ricorda, la via Trionfale. Il territorio era occupato da cimiteri, sepolture e ville rustiche.

In epoca cristiana, la vicinanza della basilica di san Pietro in Vaticano, ne facevano un luogo di passaggio obbligato dei pellegrini che percorrevano la via francigena. E in occasione del Giubileo.

Secondo la tradizione (non comprovata da documentazione certa) un pellegrino francese guarito dalla lebbra fondò la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena e forse anche il lebbrosario alla fine del XII sec. Intorno al 1480 si collocherebbe il passaggio di intitolazione a san Lazzaro. Il lazzaretto sarebbe il primo in Europa.

La chiesa rimase a capo di un’importante parrocchia fino al XIX sec. Non ho ancora visitato l’interno che dovrebbe essere accessibile in occasione della messa domenicale alle 10.30.

Compare anche in un acquerello di Achille Pinelli.

Nella chiesa di san Lazzaro costruita su via Marmorata presso l’arco in mattoni tuttora esistente, venivano raccolte le offerte per il sostentamento del lebbrosario di Borgo san Lazzaro.

Per approfondimenti e bibliografia:

M.R. Coppola, F.M. Marchesini, M.P. Grippa Rosati, La chiesa di San Lazzaro presso la via Trionfale a Roma, in «Mélanges de l’Ecole française de Rome» 2 (1985), 555-603;

C. Serarcangeli, Modello di un ospedale perduto: il plastico del lebbrosario di san Lazzaro, in «Medicina nei secoli arte e scienza» 1 (2002), 259-266.

Risveglio

Come iniziare meglio il nuovo anno che con la presa di coscienza di un avvenuto risveglio?

Nel bilancio del 2022, terribile nel bene e nel male, comunico il completamento del Corso di Alta Formazione in Archivistica Contemporanea presso l’Archivio Centrale dello Stato; tante  belle letture, immagini, musiche …

Tra i propositi del 2023 completare quanto già in corso e aderire a nuovi stimoli e diramazioni di quello che è un unico progetto di vita, guidato solo in parte da me.

Auguro a tutti di realizzare i propri sogni.

Qualche sera fa un’amica ha detto di sperare di realizzare il suo progetto, che non sa ancora bene quale sia.

Nessuno più di me può condividere questa volontà e speranza, con il mio girovagare nello studio e il mio cercare un lavoro o comunque un posto ben definito, ma con la coscienza che il viaggio già vale tutto!

Pasqua 2022: Via Crucis al Monte dei Cocci o Testaccio

Cerco di fissare qualcosa di questo periodo, bello e terribile? Non so neanche come definirlo.F3E4F06B-6FD5-4259-96DE-AB0FB9614B8E

Sono persa insieme alle certezze.

Sto approfittando della Pasqua per cercare di ritrovare il bandolo della matassa.

Di nuovo una Pasqua di paure e angosce, con la sensazione di aver perso tutto e poi di ritrovarlo.4576C8CC-0B0E-414D-9F04-34E9DB4D641F

È il covid che è così. Una realtà marziana.

Ritrovi un po’ il lavoro. Cerchi di aggiustare l’irreparabile, di contenere la massa d’acqua dell’angoscia e della paura.AB0E9FA6-68B7-4284-A0DD-1B78D3276BAF

Poi basta una video chiamata con gli amici lontani per ritrovarti e condividere.

La Pasqua del 2022 è quella della resurrezione delle piccole grandi cose. Dei messaggi, dei fiori, del vento.

Niente soluzioni risolutive solo la bellezza di un momento. Il colore036D93CE-A27E-4A73-85B0-6D163BD2E9EF del prato, il calore e la luce del fuoco, una temporanea sensazione di C4352906-F730-4F6B-A4CF-1EC50A71D8BDbenessere. Un bel film, un bel libro.428D712D-6EA5-4131-870E-1A76B6CB021C

La Via Crucis al Monte dei Cocci, poi saltano tutti gli altri 9C24BF43-5F18-4C30-A0A6-306ABF45C0D2appuntamenti del Triduo, ma li ritrovi leggendo nel silenzio del giardino quella Parola che si sintonizza con ogni filo d’erba, con il soffiare del vento e la compagnia di un gatto.

Storie di ordinaria follia

Quello che nun t’ammazza te rompe comunque li cojoni.

Dopo la follia della pandemia, ci mancava la follia dell’ennesima guerra, anche lei con il pericolo di espansione a livello mondiale.

Questa follia collettiva si va a sommare alle tante più o meno grandi follie personali.

Allora non sai più bene dove stai andando e cosa stai facendo.

Ma per fortuna poi scopri e ti ricordi che quello a cui ti sei attaccato per non impazzire del tutto, non è una scappatoia, ma quello che da senso non solo alla tua vita, ma alla follia collettiva.

E allora avanti, con stanchezza ed entusiasmo e, forse, un po’ meno rabbia e frustrazione.

Oops! Mi si è rovesciato il latte!

Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell’avvenire

Eccomi ancora qui che, come una formica, con fatica, cerco di migliorare e prendermi cura di questa bellissima casa e del giardino, come prima e meglio di me hanno fatto i miei, con molto più sacrificio.

Ogni volta sento che ne vale la pena, anche se mi sembra sempre di fare un passo avanti e due indietro.

La stessa sensazione ho anche per le altre cose che amo fare.

La frustrazione di essere sola perché non capita e rifiutata, se va bene, per indifferenza, ma anche per invidia, mi deprime e mi fa venire voglia di isolarmi e mollare tutto. Ma solo per cinque minuti, perché la voglia di fare e di lottare è troppo forte.

E allora, con molta poca modestia, mi sento così:

… Ben superiore alle perle è il suo valore.

… Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste.

… Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.

Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.

… Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.

Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.

… Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell’avvenire.

Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c’è dottrina di bontà.

Sorveglia l’andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia …

Elogio della donna forteProverbi, 31, 10-31

Work in progress

Il primo Natale nella casa “nuova” è trascorso, dopo diciotto anni, il primo Natale senza i miei gatti, senza la mia famiglia pelosa.

Comincia il nuovo anno tra perdite e novità:

L’auto nuova e il metano schizzato alle stelle.

Le visite guidate che, forse, cominciano a ripartire con l’apertura al pubblico dell’appartamento papale nel Palazzo Lateranense.

Lo studio che prosegue con i libri acquistati online e la didattica a distanza grazie alla scoperta del Centro Studi Santa Rosa.

Il corso di paleografia musicale appena terminato e un nuovo progetto universitario prosecuzione di uno “vecchio”.

Comincia il nuovo anno tra perdite e novità:

Cercando di capire come adeguare i progetti di sempre all’incertezza presente della pandemia.

Tra gioia e dolore.

Tra fede e disperazione.

 

Dono di compleanno

Lunedì 27 settembre giorno del mio compleanno ho sostenuto l’esame orale di fine corso della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Roma. Ma quello che considero il vero dono si è verificato il giorno del primo scritto.

La notte precedente non avevo dormito. È stata un’estate difficile, senza requie, mi sento stanca a livello mentale e di pensiero.

Talmente stanca, da rimanere sveglia con quel senso di ansia in agguato, pronto a venir fuori nel momento meno opportuno.

Così avevo addirittura accarezzato l’idea di non andare all’esame. Poi però ho pensato che almeno la passeggiata in centro mi avrebbe fatto bene.

Ormai nelle vicinanze, sento che qualcuno mi chiama con entusiasmo dall’altra parte della strada, è uno dei miei compagni di corso, lo raggiungo e mi dice: Dai abbracciamoci da lontano, tanto siamo tutti e due vaccinati!

Tutte le nuvole si erano già di colpo dissipate quando, arrivati anche gli altri, mi chiedono di scegliere la fatidica busta con il tema della prova scritta. È andata bene e mi hanno fatto scegliere anche la seconda due giorni dopo.

Poi quando dico che il giorno dell’orale è quello del mio compleanno, chi non era nel mio stesso turno mi ha chiesto: Almeno toccaci così ci porti fortuna. Sei così calma e solare che fai andare tutto bene.

Eccolo il dono! Affidarsi e ricevere l’affidamento altrui. Lasciar trasparire la gioia e non lasciarsi inghiottire dal buio rabbioso e frustrato, con la sensazione di essere figli di un Dio minore.